articolo preso da "Famiglia Cristiana" del 10 gennaio 2019
DON DANIELE LEONI: «ERO ELICOTTERISTA, ORA VOLO PER DIO»
È stato nell’ esercito per 19 anni, partecipando a missioni all’ estero in Albania, Kosovo, Serbia e Iraq. Poi si è arreso alla chiamata ricevuta: «Mi sono accorto che i momenti di pace vera li trascorrevo con il Signore»
Don Daniele è arrivato a Pozzo (Arezzo) da appena un anno, ma è come se fosse sempre stato qui. In paese il nuovo parroco, classe 1971, è già uno di casa. Lo percepisci da come viene salutato per strada, da come ogni incontro riveli un rapporto vero con chi si ha di fronte. Eppure la vita semplice delle campagne della Val di Chiana rappresenta qualcosa di nuovo per lui, abituato a girare il mondo e a vivere in contesti tutto fuorché “tranquilli”.
«Sono stato nell’ esercito per 19 anni. Ho partecipato alle missioni in Albania, Kosovo, Bosnia, Serbia e Iraq. Ero un elicotterista». Il racconto di mille avventure e difficoltà esce fuori con serenità, a volte con le lacrime che gonfiano gli occhi, altre con una fierezza e una nostalgia palpabili: «Agli inizi di novembre sono dieci anni dall’ ultimo volo». Eppure il capitano Leoni adesso vive in un paesino di 750 anime e da tre anni ormai è per tutti semplicemente don Daniele.
«A 19 anni sono partito militare», racconta, «prima in artiglieria a Udine, il reggimento più operativo d’ Italia, l’ unico autorizzato a sparare la granata nucleare, poi a Viterbo alla scuola per sottufficiali. Mentre ero lì mi resi conto che era tutto vero quello che diceva la Chiesa. Cominciai a pensare che se Dio era davvero Dio, valeva la pena dargli tutto. Tuttavia, quando mi congedai, non sapevo ancora il risultato del concorso per pilota di elicotteri che avevo fatto. Era il 1994, iniziai a frequentare il seminario di Arezzo e decisi di entrare. Era già tutto fissato e il pomeriggio lasciai la mia ragazza. La mattina dopo, ancora dormivo, viene mio padre e mi fa: “Dani, Dani, ci sono i carabinieri al telefono”. “Tenente Leoni”, mi dicono dall’ altra parte, “lei ha vinto il concorso per elicotterista”. Appena riattaccato chiamai il rettore del seminario e gli dissi: “Don Gianca’ , grazie dell’ opportunità, ma vado a fare il pilota di elicotteri, ciao ciao cia’ ”, click. E andai a fare il lavoro più bello del mondo. Fai cose grandi per il tuo Paese, che non è soltanto curarne gli interessi all’ estero. Quando aiuti le persone, sia che si tratti di soccorrere un ferito portandolo via da una zona di combattimento, sia che si tratti di recuperare chi si è perso e vai con il soccorso alpino, o quando intervieni nella lotta antincendio, è sempre un servizio».
stralcio dell'articolo di "Famiglia Cristiana"
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