domenica 5 aprile 2015

ARTICOLO LA REPUBBLICA 1990

          
·                                                        ARTICOLO APPARSO SUL GIORNALE 
                                     " LA REPUBBLICA "   
                                         24 MAGGIO 1990

      L' EUROPA RISCHIO'
                                     L' INCIDENTE ATOMICO

 

Vicino ad Udine i depositi che conservano i proiettili SONO SCHIERATE IN FRIULI LE GRANATE TIPO "W 79" Il 27ø Gruppo di artiglieria pesante ha in dotazione gli obici semoventi da 203 capaci di sparare questi proiettili nucleari ROMA Cosa sono le W 79, le granate nucleari che gli americani hanno modificato qualche anno fa per evitare possibili incidenti nucleari? Dove sono dislocate in Italia, a quali unità dell' esercito italiano e americano sono assegnate? Le W 79 sono soltanto uno dei diversi tipi di proiettili atomici presenti sul suolo italiano.In tutto - secondo le valutazioni dell' Irdisp, un centro di ricerche vicino al Partito radicale - le testate atomiche in Italia sarebbero circa 4.000. Assieme alle bombe trasportate dagli aerei, a quelle imbarcate sui sottomarini e a quelle dei missili, ci sono i proiettili e le granate nucleari da sparare con i pezzi d' artiglieria. La differenza fra proiettili e granate segue la distinzione che i militari fanno fra cannoni ed obici (gli obici hanno una canna di lunghezza e sezione maggiore); le W 79, appunto, sono granate, ovvero proiettili da sparare con gli obici. Le unità dell' Esercito italiano abilitate a sparare cariche nucleari come quelle modificate dagli americani sono raggruppate sotto la Terza Brigata missili Aquileia, che ha base a Portogruaro, con comando di guerra a Rivis, in provincia di Pordenone. In particolare è il 27ø Gruppo di artiglieria pesante Marche ad essere dotato dei cannoni semoventi da 203 mm M110-A1. Il gruppo dispone di diversi depositi in cui, in tempo di pace, le granate atomiche vengono conservate in depositi protetti da militari americani ed italiani. Le testate atomiche legalmente appartengono al governo degli Stati Uniti, e quindi sono custodite da soldati americani; gli italiani, però, mantengono le spolette per rendere operativi i proiettili, per cui è necessaria la cooperazione fra i due eserciti per poter adoperate questo tipo di armi. I depositi in cui, secondo una ricerca curata dal Dipartimento Pace di Democrazia Proletaria, vi sono testate nucleari sono quello di Palù di Orsago in provincia di Treviso, che però ha in dotazione le testate per i missili Lance. Sempre in provincia di Treviso, a Chiarano, c' è un altro deposito nucleare; in questo è più probabile che siano custodite anche le W 79, così come altre granate atomiche dovrebbero essere nel deposito di Portogruaro in provincia di Venezia. Un deposito che sicuramente custodiva le granate atomiche W 79 era il sito Rigel di Naz, nei pressi di Bressanone, che però è stato chiuso in coincidenza con lo scioglimento del 1ø Gruppo di artiglieria pesante che si trovava ad Elvas. La 4 compagnia fucilieri che si trovava a Bressanone per garantire la sicurezza fisica del deposito è stata trasferita ad Udine, nella sede del 27°Gruppo di artiglieria, per cui è molto probabile che i proiettili per gli obici da 203 mm si trovino in qualche deposito non lontano dal capoluogo friulano. Come verrebbero adoperate in caso di conflitto le granate nucleari? Questo è il vero limite del proiettile nucleare; i cannoni hanno una gittata massima di circa 16 chilometri, mentre agli artiglieri che manovrano gli obici è stato detto che devono allontanarsi ad almeno 25 chilometri dal luogo dell' esplosione per non patire gli effetti del fall-out nucleare prodotto dall' esplosione dei proiettili. Chi spara i proiettili nucleari, dunque, rimane coinvolto dall' esplosione. Anche per questo la Nato ritiene di poter fare a meno dei proiettili d' artiglieria nucleare, tanto che per la loro gittata cadrebbero nel territorio di paesi che ormai sono amic